Invidiosa si prende una pausa da luglio a settembre: un po’ perché sarò in giro, un po’ perché ho bisogno di ricaricarmi e capire come - e se - cambiare qualcosa da queste parti.
Che si fa, nel frattempo? Bene, prima di passare su Substack ho scritto un po’ di cose che la maggior parte di voi non ha mai letto: questa potrebbe essere una buona occasione per dare a quei vecchi episodi una rispolverata.
Non ci saranno interviste o progetti da segnalare, solo un po’ di riflessioni sull’invidia fatte durante il primo anno di vita di questa newsletter.
L’episodio di oggi è uscito l’11 luglio 2023, esattamente un giorno dopo il mio compleanno. Buona lettura!
Ciao 😊 Io sono Angela e questa è Invidiosa, la newsletter che si fa tante domande sulle altre persone ed esce in un giorno anomalo.
Trent’anni e un giorno fa, mia madre si ritrovava a guardare per la prima volta una neonata con una sorprendente quantità di capelli. Il folto parrucco – non ho foto a disposizione, ma fidatevi – era probabilmente dovuto al fatto che sono nata con 15 giorni di ritardo, cioè 5 mesi dopo (circa) il suo trentesimo compleanno.
In occasioni come queste diventa difficile non fare confronti. Sono abbastanza indifferente a questo compleanno, non riesco a dargli chissà quale importanza. Mi colpisce vedere, però, quanta distanza c’è tra le persone che siamo diventate io e mia madre, a 30 anni esatti di l’una dall’altra.
A trent’anni, lei aveva quasi un anno di matrimonio alle spalle. Io non penso nemmeno a metterlo in prospettiva, un matrimonio. Lei aveva avuto una gravidanza, cosa che io sono abbastanza sicura di non volere. Viveva in una casa “sua”, che aveva arredato con gusto e pochissima accortezza per la quantità di danni che sanno fare dei bambini. Io vivo in affitto da 11 anni e ho comprato l’altro ieri la mia prima pianta. Lei si era trasferita, come ho fatto io, per studiare: lei a due ore di bus da casa, io a due ore di aereo. Ha iniziato a lavorare molto dopo di me, guadagna molto di più ma ha anche molte più spese di me. Telefona ai nostri parenti molto più di quanto faccia io e ha dovuto imparare a cucinare per farmi sopravvivere: a lei adesso piace, io sono felice se riesco a preparare un’insalata.
A trent’anni di distanza, facciamo vite molto diverse. Che sono frutto di personalità e scelte, certo. Ma anche di educazione, di possibilità, di un tipo diverso di fiducia nel futuro. Il punto è che io a 30 anni mi sento adulta ⅕ di quanto non lo fosse lei. Sto vivendo un compleanno senza angoscia, significativo per quello che può essere fare 30 anni nel 2023: il mio corpo ha un po’ di acciacchi, ma tutta quella responsabilità lì – famiglia, figli, casa – non mi sfiora. Sento di avere più vita “per me” di quanta lei ne abbia avuta fin qui. È giusto? È sbagliato? È semplicemente quello che è? Non ne ho idea. So che sono felice di questa vita e di queste possibilità. Non sento il peso di traguardi mancati o di essere adulta a metà. È una roba caotica e arraffazzonata, ma è la mia. E non riesco a non chiedermi se, anche solo per 5 minuti, giusto il tempo di sentire com’è, mia madre vorrebbe fare a cambio. Chissà se a volte, nei momenti in cui si guarda indietro, mia madre mi invidia un po’.
Quindi, tanti auguri a me e alla mamma. Che di questa newsletter non sa nulla, e forse è meglio così,
Angela
P. S. Queste illustrazioni belle le ha fatte Giovanni Nava, che non ringrazierò mai abbastanza. Lo trovate sempre qui.
P.P.S. Poi mia madre a mia madre ho detto tutto della newsletter, ma non ho ancora scoperto se invidia la mia vita da giovane scavezzacollo.
© 2024 Angela Cannavò.
Le illustrazioni della newsletter sono di Giovanni Nava.
Insieme a te, leggono questa email un sacco di belle persone: e noi due, abbiamo qualcosa da invidiarci? Fammelo sapere con un cuore, un commento o parlando di questa newsletter con chi ti va.
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