Ciao 😊 Io sono Angela e questa è Invidiosa, la newsletter che si fa tante domande sulle altre persone ed esce in un giorno anomalo.
Trent’anni e un giorno fa, mia madre si ritrovava a guardare per la prima volta una neonata con una sorprendente quantità di capelli. Il folto parrucco – non ho foto a disposizione, ma fidatevi – era probabilmente dovuto al fatto che sono nata con 15 giorni di ritardo, cioè 5 mesi dopo (circa) il suo trentesimo compleanno.
In occasioni come queste diventa difficile non fare confronti. Sono abbastanza indifferente a questo compleanno, non riesco a dargli chissà quale importanza. Mi colpisce vedere, però, quanta distanza c’è tra le persone che siamo diventate io e mia madre, a 30 anni esatti di l’una dall’altra.
A trent’anni, lei aveva quasi un anno di matrimonio alle spalle. Io non penso nemmeno a metterlo in prospettiva, un matrimonio. Lei aveva avuto una gravidanza, cosa che io sono abbastanza sicura di non volere. Viveva in una casa “sua”, che aveva arredato con gusto e pochissima accortezza per la quantità di danni che sanno fare dei bambini. Io vivo in affitto da 11 anni e ho comprato l’altro ieri la mia prima pianta. Lei si era trasferita, come ho fatto io, per studiare: lei a due ore di bus da casa, io a due ore di aereo. Ha iniziato a lavorare molto dopo di me, guadagna molto di più ma ha anche molte più spese di me. Telefona ai nostri parenti molto più di quanto faccia io e ha dovuto imparare a cucinare per farmi sopravvivere: a lei adesso piace, io sono felice se riesco a preparare un’insalata.
A trent’anni di distanza, facciamo vite molto diverse. Che sono frutto di personalità e scelte, certo. Ma anche di educazione, di possibilità, di un tipo diverso di fiducia nel futuro. Il punto è che io a 30 anni mi sento adulta ⅕ di quanto non lo fosse lei. Sto vivendo un compleanno senza angoscia, significativo per quello che può essere fare 30 anni nel 2023: il mio corpo ha un po’ di acciacchi, ma tutta quella responsabilità lì – famiglia, figli, casa – non mi sfiora. Sento di avere più vita “per me” di quanta lei ne abbia avuta fin qui. È giusto? È sbagliato? È semplicemente quello che è? Non ne ho idea. So che sono felice di questa vita e di queste possibilità. Non sento il peso di traguardi mancati o di essere adulta a metà. È una roba caotica e arraffazzonata, ma è la mia. E non riesco a non chiedermi se, anche solo per 5 minuti, giusto il tempo di sentire com’è, mia madre vorrebbe fare a cambio. Chissà se a volte, nei momenti in cui si guarda indietro, mia madre mi invidia un po’.
Rassegna invidiosa
Case, libri, auto e un sacco di cose belle da invidiare.
Come d’aria, Ada D’Adamo - Madri e figlie imperfette
Raramente consiglio qualcosa che non ho letto. Altrettanto raramente, però, il Premio Strega va a un memoir che parla di madri, figlie e del loro filo doloroso. Ada ama sua figlia Daria, che ha una malformazione cerebrale non diagnosticata durante la gravidanza. Ada ha già raccontato la loro storia, ma si è aggiunto un tassello in più: adesso anche lei è malata, e morirà pochi giorni dopo la candidatura allo Strega. Così il tempo rimasto lo ha dedicato anche alla loro storia. Non so se riuscirò a leggerlo quest’anno, ma il breve racconto che ne ha fatto Marino Sinibaldi nel podcast Timbuctu mi ha ricordato perché ci sto bene nei memoir: mettono a posto cose nel pantano ingarbugliato della vita. E proprio quando si parla di corpi, di donne e di madri, serve più lucidità che mai.
Torniamo a parlare di Mutuo Soccorso Milano - C’è bisogno di spazio
Vi ricordate di Mutuo Soccorso? Ne avevo parlato due newsletter fa, a proposito di cosa si può fare con gli spazi – abitativi e non – di Milano. Neanche a dirlo, al centro è stato comunicato lo sgombero durante l’estate. Sarebbe il quinto a Milano negli ultimi 6 mesi, cosa che – se non è un trend – è almeno una singolare coincidenza. Detto questo, niente mani nei capelli: il centro sta cercando uno spazio, e ha preparato una petizione per dare a chiunque la possibilità di dimostrare che un’altra Milano è possibile.
Quindi, tanti auguri a me e alla mamma. Che di questa newsletter non sa nulla, e forse è meglio così,
Angela
P. S. Queste illustrazioni belle le ha fatte Giovanni Nava, che non ringrazierò mai abbastanza. Lo trovate sempre qui.
© 2023 Angela Cannavò.
Le illustrazioni della newsletter sono di Giovanni Nava.
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Insieme a te, leggono questa email 48 persone: tra loro c’è Valeria, che è felice di conoscere libri nuovi ❤️
E noi due, abbiamo qualcosa da invidiarci?
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